PER MERENDA fai una pausa con i nostri sapori dolci e salati
Tre specialità selezionate per te...
Crepe dolce
Mascarpone e Fragole fresche
Mascarpone fresco delle due ditte artigianali bolognesi. Lavorato da
noi con uova fresche sgusciate a mano.
Fragole fresche, tagliate a mano e condite con limone e zucchero.
Crepe dolce
Crema pasticcera, Fragole fresche e Panna
Crema pasticcera fatta a mano, in paiolo di rame stagnato, con uova
fresche sgusciate a mano.
Fragole fresche, tagliate a mano e condite con limone e zucchero.
Panna fresca montata al momento.
Crepe dolce
Nutella e Panna
Nutella Ferrero.
Panna fresca montata al momento.
Vieni a trovarci!
Siamo a BOLOGNA, in via San Felice, 93 - angolo Riva del Reno
Come sa ogni nostro frequentatore, il Bombocrep di San Felice ha due entrate
d'angolo, una per San Felice e una per Riva di Reno. All'epoca di cui stiamo
parlando, Daniele Guidetti aveva la vespa e col suo sodale Lorenzo Tomassini
sul sellino, ebbero l'idea di accorciare la strada sgasando dentro da una
porta e fuori dall'altra in un pomeriggio col locale affollato di
famigliole, tra lo spavento delle madri e il divertimento strepitoso dei
bambini. Naturalmente furono puniti dalle ragazze con una settimana senza
crepes, ma l'episodio è rimasto negli annali.
Oggi Daniele Guidetti è un fotografo di moda affermato a livello
internazionale ed è sempre in giro a fotografare le scorciatoie di
Naomi Campbell. Lorenzo Tomassini è invece capogruppo del suo partito
politico in consiglio comunale. Si fanno vedere più raramente, ma non
hanno dimenticato la loro crepes alla nutella.
Il the alla pesca di Niro
Locatelli
Nella mitica foresteria Fortitudo di Via San Felice negli anni 80 c'era anche
Niro Locatelli, due metri e quindici di furberia e, con tutta evidenza, uno
dei più dotati di classe: Aveva infatti un palleggio paragonabile a
quello del compagno Dalla Mora. Niro però era uno dei più
discoli e forse questo aspetto non mancò di nuocere al suo futuro
cestistico. Al Bombo Due Niro era ghiotto del the alla pesca artigianale che
preparavamo noi. Ancor oggi altamente apprezzato, questo the andrebbe
comunque consumato con misura, si può presumere, da parte di un
atleta, per via di una certa carica di zucchero. Un pomeriggio di grande
ressa al locale, Niro si fabbricò una lunga cannuccia congiungendo
varie cannucce. Mimetizzato dietro i compagni addossati al banco
forzò di nascosto il coperchio della frigobibita che conteneva il the
e introdotta la lunga cannuccia cominciò a sorbire direttamente, fino
a seccare la campana contenente tre litri e passa di bevanda. Si può
pensare che Niro avesse spazio corporeo sufficiente in cui distribuire
l’eccesso delizioso, ma sicuramente in quella bevuta furono vanificate
molte cure della Lidia, la cuoca- istitutrice cui spettava il compito di
tenere a stecchetto questa banda perennemente affamata, e di sicuro non
avrebbe incontrato l'approvazione del PILLA, infaticabile allenatore,
guardiano, educatore.
Il bernoccolo di Cumerlato
Giovanni Cumerlato era arrivato con la generazione appena successiva a quella
dei Dalla Mora. Carattere introverso e sguardo circospetto, proveniente
dalla pianura veneta come tanti di questi ragazzi, era uno dei più
giganteschi e diceva di essere cresciuto tanto grazie ai moltissimi
pômi (le mele) che gli aveva dato da mangiare sua mamma da piccolo. La
prima volta che mi arrivò a banco, guardandosi attorno un po'
spaesato per via del locale che non aveva mai visto, essendo come ho detto
uno dei più alti, forse vicino ai due e diciotto, andò a
sbattere con la fronte proprio contro la presa d'aria che sta sopra le
piastre. A niente valsero gli impacchi di ghiaccio che subito le ragazze si
prodigarono di somministrargli. Quando se ne andò da Bologna il segno
dell'incornata non si era ancora cancellato completamente. Non ho più
visto il buon Giovanni, ma penso che chi conoscesse l'episodio potrebbe
ancora intravvedere il marchietto del bombo sul capoccione di uno dei
più simpatici personaggi che siano mai approdati alla foresteria.
Gli aneddoti raccontati da RENATO
Come sa ogni nostro frequentatore, il Bombocrep di San Felice ha due entrate d'angolo, una per San Felice e una per Riva di Reno. All'epoca di cui stiamo parlando, Daniele Guidetti aveva la vespa e col suo sodale Lorenzo Tomassini sul sellino, ebbero l'idea di accorciare la strada sgasando dentro da una porta e fuori dall'altra in un pomeriggio col locale affollato di famigliole, tra lo spavento delle madri e il divertimento strepitoso dei bambini. Naturalmente furono puniti dalle ragazze con una settimana senza crepes, ma l'episodio è rimasto negli annali.
Oggi Daniele Guidetti è un fotografo di moda affermato a livello internazionale ed è sempre in giro a fotografare le scorciatoie di Naomi Campbell. Lorenzo Tomassini è invece capogruppo del suo partito politico in consiglio comunale. Si fanno vedere più raramente, ma non hanno dimenticato la loro crepes alla nutella.
Nella mitica foresteria Fortitudo di Via San Felice negli anni 80 c'era anche Niro Locatelli, due metri e quindici di furberia e, con tutta evidenza, uno dei più dotati di classe: Aveva infatti un palleggio paragonabile a quello del compagno Dalla Mora. Niro però era uno dei più discoli e forse questo aspetto non mancò di nuocere al suo futuro cestistico. Al Bombo Due Niro era ghiotto del the alla pesca artigianale che preparavamo noi. Ancor oggi altamente apprezzato, questo the andrebbe comunque consumato con misura, si può presumere, da parte di un atleta, per via di una certa carica di zucchero. Un pomeriggio di grande ressa al locale, Niro si fabbricò una lunga cannuccia congiungendo varie cannucce. Mimetizzato dietro i compagni addossati al banco forzò di nascosto il coperchio della frigobibita che conteneva il the e introdotta la lunga cannuccia cominciò a sorbire direttamente, fino a seccare la campana contenente tre litri e passa di bevanda. Si può pensare che Niro avesse spazio corporeo sufficiente in cui distribuire l’eccesso delizioso, ma sicuramente in quella bevuta furono vanificate molte cure della Lidia, la cuoca- istitutrice cui spettava il compito di tenere a stecchetto questa banda perennemente affamata, e di sicuro non avrebbe incontrato l'approvazione del PILLA, infaticabile allenatore, guardiano, educatore.
Giovanni Cumerlato era arrivato con la generazione appena successiva a quella dei Dalla Mora. Carattere introverso e sguardo circospetto, proveniente dalla pianura veneta come tanti di questi ragazzi, era uno dei più giganteschi e diceva di essere cresciuto tanto grazie ai moltissimi pômi (le mele) che gli aveva dato da mangiare sua mamma da piccolo. La prima volta che mi arrivò a banco, guardandosi attorno un po' spaesato per via del locale che non aveva mai visto, essendo come ho detto uno dei più alti, forse vicino ai due e diciotto, andò a sbattere con la fronte proprio contro la presa d'aria che sta sopra le piastre. A niente valsero gli impacchi di ghiaccio che subito le ragazze si prodigarono di somministrargli. Quando se ne andò da Bologna il segno dell'incornata non si era ancora cancellato completamente. Non ho più visto il buon Giovanni, ma penso che chi conoscesse l'episodio potrebbe ancora intravvedere il marchietto del bombo sul capoccione di uno dei più simpatici personaggi che siano mai approdati alla foresteria.